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8 marzo, Coldiretti: 15 milioni di mimose puntuali e a prezzi contenuti

8 marzo, Coldiretti: 15 milioni di mimose puntuali e a prezzi contenuti

By Redazione

In controtendenza rispetto al passato le mimose di quest’anno sono puntualissime visto che le temperature rigide che hanno ritardato l’arrivo della primavera le hanno fatte fiorire solo pochi
giorni fa, senza bisogno quindi di essere conservate in frigorifero. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che, anche se si è registrata una lieve diminuzione del 15 per cento
nella produzione dovuta proprio alle temperature troppo rigide, i prezzi rimarranno contenuti e la qualità dei fiori sarà veramente eccezionale.

Gli oltre 15 milioni di ramoscelli di mimose regalati a mogli, fidanzate ma anche a parenti e colleghe in occasione della festa della donna non rappresentano – sottolinea la Coldiretti – 
solo un bel pensiero ma anche un gesto di grande valore ambientale perché la coltivazione di questo prezioso fiore è realizzata con tecniche eco-compatibili soprattutto nei tipici
terrazzamenti della Liguria che si affacciano sul mare, altrimenti destinati al degrado e all’abbandono.

E’ nel 1946 che la mimosa diviene il simbolo della festa della donna perché sboccia in questo periodo ed assume il significato di autonomia e libertà. Un fiore che dietro una
fragilità apparente mostra – sottolinea la Coldiretti – una grande forza con la capacità di crescere anche in terreni difficili.

Per conservare l’omaggio – continua la Coldiretti – si consiglia di tagliare quanto prima gli steli che devono rimanere per due ore in acqua pulita e inacidita con due gocce di limone. Vanno
quindi collocati in piena luce e mantenuti in ambiente fresco e umido perché la mimosa rilascia molta acqua attraverso la traspirazione e bisogna evitare che la grande perdita di liquidi
faccia seccare rapidamente il fiore. La mimosa è coltivata in Italia da circa duemila imprese su una superficie di quasi 600 ettari di terreno, concentrati soprattutto in Liguria. Dal
punto di vista botanico si tratta in realtà un’acacia dealbata, arbusto sempreverde originario delle zone tropicali, che insieme al genere della mimosa appartiene all’unica famiglia
delle Leguminose. Le varietà più diffuse sono – precisa la Coldiretti – la Floribunda e la Gaulois che è più rigogliosa.

Le foglie di mimosa, composte da tante foglioline verde chiaro, in caso di pericolo (per esempio se vengono sfiorate o la temperatura supera i 20 gradi) si ritraggono, ed è per questo
particolare atteggiamento che ha preso il nome scientifico “mimus”, dal latino attore mimico.

La mimosa venne introdotta in Europa intorno al 1820 e con il passar del tempo riuscì ad adattarsi molto bene al clima Italiano, soprattutto nelle zone temperate come la Liguria. Nei
paesi d’origine come Sud America e Australia dove è considerata fiore nazionale, la mimosa – conclude la Coldiretti – raggiunge i 30 metri di altezza, in Europa, invece, al massimo 10
metri.

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