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A scuola: pasta e pizza le prime della classe

By Redazione

Biella – Presentati ieri in Provincia i risultati di un’indagine sulle mense scolastiche biellesi, promossa e condotta dal servizio Informacibo del Cea con la collaborazione
delle scuole, si propone di verificare il gradimento dei servizi offerti, le caratteristiche dei menu e le proposte di intervento e di sondare lo stato di attuazione dei progetti di educazione
alimentare.

All’incontro erano invitati i dirigenti scolastici delle scuole biellesi, sindaci e assessori all’istruzione. Relatori: Michelangelo Valenti e Franco Piunti dell’Asl 12, Erik Pozza e Giuseppe
Paschetto, consulenti del Cea per progetti di educazione alimentare e per lo sportello Informacibo.
I risultati della ricerca saranno una base d’appoggio per nuove linee di intervento sui temi delle mense scolastiche e della educazione alimentare. Intanto, dalla riunione di ieri sono emerse
alcune proposte operative che saranno vagliate nei prossimi giorni.

La ricerca. Ai docenti delle scuole biellesi di ogni ordine e grado è stato proposto un questionario articolato in 2 parti. La prima riferita alla situazione delle
mense, con 16 domande su costi, servizio offerto, livello di soddisfazione, caratteristiche dei menu, sprechi, piatti graditi o meno, proposte migliorative o di progettazione partecipata.
La seconda, sulle esperienze di educazione alimentare, articolata in 14 domande su esperienze, situazioni interne, problemi di obesità, educazione alimentare, cucina didattica, proposte
di incontri con esperti.
Sono pervenute dalle scuole 48 schede relative alle mense scolastiche di 22 Comuni .
Hanno risposto al questionario le scuole di 22 Comuni su un totale di 59 in cui operano mense scolastiche. Un campione pari al 37 per cento del totale.
Per quanto riguarda gli Istituti scolastici, il campione si riferisce a oltre i 2/3 del totale (68 per cento) avendo risposto le scuole di 15 istituti scolastici biellesi su 22.

I numeri. Il livello di soddisfazione è discreto: la grande maggioranza (69 per cento) dichiara che il servizio è soddisfacente; il 29 si dichiara poco
soddisfatto. Sono assenti le situazioni di mense «disastrose».
I maggiori problemi riscontrati sono i piatti poco graditi dagli alunni (40 per cento) seguiti da menu poco vari (26 per cento), costo elevato (10 per cento), scarsa qualità delle
materie prime (12 per cento) e cibo freddo, non ben cotto o presentato con poca cura (8 per cento), cibo non buono (4 per cento). Appare anche «la poca abitudine dei bambini ad assaggiare
piatti diversi dal solito», «frutta poco varia», «limiti dei piatti precotti», «criteri di scelta aleatori da parte dei ragazzi».
L’introduzione di cibi biologici pare essere ancora carente nonostante una legge dello Stato del 2000 istituisca l’introduzione di cibi bio in una serie di mense di servizi pubblici. Solo il 19
per cento delle scuole dichiara di usufruire di alimenti biologici: in particolare frutta e in percentuali minori pane, verdure, pasta, farina, yogurt.
Simile la situazione per quanto riguarda i prodotti tipici del territorio. Nel 75 per cento delle scuole non sono presenti. Quando ci sono si tratta di toma e polenta, oppure farina, verdura,
polenta concia, crema di zucca, polenta e spezzatino, miele.
Praticamente assenti i piatti particolari, innovativi e sperimentali.
Interessanti i dati sugli sprechi di cibo da parte degli alunni. La maggior parte delle scuole (68 per cento) indica sprechi nella norma, però esiste un 26 per cento in cui gli sprechi
paiono rilevanti.
E’ stato poi chiesto un elenco di piatti particolarmente graditi. In testa la pasta (24 per cento) nelle diverse versioni. A seguire la pizza, la carne, le patate e infine, abbastanza a
sorpresa le minestre (passato di verdura, minestrone, minestra di orzo, zuppa di lenticchie) con l’8 per cento.

Le meno gradite risultano le verdure (50 per cento), il pesce al 13, le minestre con il 12, la frittata al 9. Sgraditi dall’8 per cento piatti di carne, legumi, formaggino, sformato, insalata
di riso, crema di patate e ceci, sofficini, gnocchi, risotto, uova sode.
La maggior parte delle richieste sulle migliorie (28 per cento) riguarda la variazione dei menu, troppo ripetitivi. A seguire: il miglioramento dei metodi di cottura (19), il miglioramento del
capitolato per la fornitura di materie prime (17), l’introduzione di cibi biologici ( 16) e tipici (14). Altre indicazioni fornite: migliorare i locali, le combinazioni alimentari, introdurre
un sistema a self service.
La formazione dei docenti è ritenuta importante dalla maggioranza degli intervistati (70 per cento); si sottolinea l’opportunità di una formazione congiunta per i genitori.
Il 33 per cento dei docenti si dice disponibile a far parte di un gruppo tecnico per un progetto partecipato di miglioramento qualitativo delle mense scolastiche.

Le scuole che hanno condotto progetti di educazione alimentare negli ultimi 2 anni sono il 21 per cento del totale: laboratori di cucina, incontri con esperti, preparazione del pane o creazione
di ricette e altri progetti.
La maggior parte (51 per cento) ritiene utile la creazione di un centro di documentazione sulle esperienze didattiche; quasi tutti gli insegnanti affermano che l’educazione alimentare a scuola
è importante, ma è «materia di studio» solo in pochi casi.
Sull’obesità: la maggior parte delle scuole ritiene la situazione stabile (63 per cento), ma c’è un 29 che considera in aumento il numero di alunni sovrappeso e obesi.
Il 69 per cento delle scuole non ha svolto esperienze di cucina didattica nell’ambito dei programmi di educazione alimentare, per mancanza di attrezzatura (48 per cento) o problemi
giuridico-sanitari (36).
Chi ha svolto esperienze di cucina ha riscontrato la partecipazione entusiastica degli alunni (55 per cento); tra gli effetti positivi, l’acquisizione di una maggiore autonomia dei ragazzi (15)
e la migliore comprensione degli argomenti (30).

Informacibo. Esiste da 10 anni, ha promosso nel corso del tempo iniziative sul tema delle mense scolastiche e dell’educazione alimentare. Ci sono state indagini conoscitive e
progetti come i corsi di formazione sull’alimentazione corretta e la cucina tradizionale e salutista per insegnanti e cittadini, corsi su alimentazione e qualità della vita per genitori
e docenti, il progetto per l’introduzione di alimenti biologici nelle scuole della Comunità montana Prealpi Biellesi, la prima indagine sulla colazione del mattino e gli studenti
sviluppata in collaborazione con l’Asl, le pubblicazioni di educazione alimentare.

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