Agricoltura biologica, vantaggi importanti nel lungo periodo
21 Gennaio 2013
L’agricoltura biologica è un sistema a due fasi: le difficoltà ed i sacrifici iniziali sono compensate dai vantaggi nel lungo periodo, sia per l’uomo che per l’ambiente.
A dirlo, “Organic Agriculture Contributes to Sustainable Food Security”, rapporto del
Worldwatch Institute.
La ricerca prende come anno di lavoro il 2010, quando l’agricoltura biologica raggiunse un risultato importante: dal 1999, anno d’inizio della pratica su larga scala, l’agricoltura bio è
riuscita a triplicare la superficie coltivata.
In base ai controlli, Worldwatch divide l’agricoltura biologica in due tipi, certificata e non.
La prima è comune nell’Oceania, dall’Australia alle isole del Pacifico, che offre 12,1 milioni di ettari, il 33% della superficie mondiale. Al secondo posto l’Europa, più di 10
milioni di ettari, a seguire l’America Latina, 8,4 milioni di ettari. Male Africa, solo il 3,7% di terreno bio certificato, e l’Asia, solo il 7%.
Tuttavia, il lavoro spiega come tali Paesi siano il cuore dell’agricoltura biologica non certificata: piccoli coltivatori, lavoratori indigeni, realtà familiari, spesso destinate alla
sussistenza e non al mercato.
In seguito, l’indagine si concentra sulle meccaniche.
Inizialmente, l’agricoltura bio è meno vantaggiosa di quella tradizionale poiché spesso provoca un un calo delle rese per ettaro del terreno coltivato.
Alla lunga, emergono diversi vantaggi. Per cominciare, una maggiore degradazione dell’ambiente, che riduce fenomeni come erosione del suolo, eccessiva estrazione di acqua e la perdita di
biodiversità. Inoltre, l’agricoltura biologica è capace di ridurre l’uso di combustibili fossili e di imput esterni, come i concimi a base di azoto. Infine, i sistemi bio
favoriscono buone pratiche come la rotazione delle colture ed il rispetto di alberi ed arbusti, stimolando la stabilità del terreno e la varietà delle specie (+30% in più
rispetto all’agricoltura tradizionale).
E, conclude il rapporto, l’agricoltura biologica aiuta i soggetti a mettere in atto un’alimentazione eco sostenibile.
Matteo Clerici
