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Influenza A. Per ora il virus è dormiente, ma possibili nuovi casi

Influenza A. Per ora il virus è dormiente, ma possibili nuovi casi

By Redazione

Attualmente, il virus H1N1 è in fase di “sonno”, ma la vigilanza degli esperti continua: fondamentale è l’osservazione su eventuali nuovi casi, anche sfruttando le nuove
tecnologie, come il sequenziamento del DNA.

E’ il messaggio di Maria Rosaria Capobianchi, direttrice del laboratorio di virologia dell’Istituto Spallanzani di Roma, intervistata sul tema influenza A.

Spiega la Capobianchi: “‘I virus influenzali sono imprevedibili; n passato, ci sono state pandemie che dopo la prima ondata sono tornate con più’ violenza, altre in cui invece il virus
e’ quasi sparito. Ora l’H1N1 sembra ricadere nel secondo caso, ma siamo in attesa di vedere i primi casi di un’eventuale nuova ondata per capire se c’è’ stata un’evoluzione”.

A tale scopo, fondamentali i sistemi per il sequenziamento del DNA, che consentono la raccolta di numerose informazioni in un tempo estremamente breve. In Italia, proprio l’Istituto Spallanzani
è stato il primo ad avere la piattaforma per il sequenziamento massivo, delle cui potenzialità si è discusso oggi a Roma, durante una tavola rotonda sulle “frontiere della
genomica.

Sul tema, ecco il parere della Capobianchi: “Queste tecnologie sono fondamentali per riuscire a studiare tutte le varianti del virus presenti in un unico paziente, il cosiddetto ‘sciame’,
scoprendo cosi’ se ci sono ceppi del virus che inducono resistenza ai farmaci, anticipando il cambio di terapia. Un’altra caratteristica importante e’ la cosiddetta analisi metagenomica, che
viene fatta cioè’ direttamente sui campioni biologici del paziente. Nel caso dell’H1N1, ad esempio, si può’ analizzare direttamente il tampone nasofaringeo, senza la necessita’ di
colture in laboratorio che potrebbero falsare i risultati. Queste applicazioni possono essere estese a molti altri tipi di virus, come quelli ‘emergenti’: se abbiamo un caso di febbre
emorragica sconosciuta, ad esempio, siamo in grado di caratterizzare subito il virus, e di capire in cosa e’ diverso dagli altri”.

Matteo Clerici

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