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Intervista al Dott. Piergiorgio Cane

Intervista al Dott. Piergiorgio Cane

By Redazione

L’Associazione Enologi Enotecnici Italiani è l’organizzazione di
categoria che in Italia raggruppa e rappresenta i tecnici del settore vitivinicolo, ne salvaguardia l’immagine, li tutela professionalmente sotto il profilo sindacale, etico, giuridico ed
economico e ne cura l’aggiornamento tecnico-scientifico.
Un totale di quasi 4.000 professionisti di cui il 45% inquadrato con mansioni decisionali in aziende vitivinicole private e cooperative, il 10% svolge l’attività di libero
professionista, mentre la rimanente percentuale è impegnata con incarichi diversi.
Anno di nascita dell’Assoenologi è il 1981, sede centrale Milano mentre 17sedi periferiche garantiscono la rappresentatività e l’operatività della categoria nelle diverse
zone vitivinicole italiane.
In questi giorni è stato eletto il Presidente della sezione Piemonte l”Enologo Piergiorgio Cane, da oltre 10 anni Direttore Tecnico della F.lli Gancia & C. Spa.
Gli oltre 600 enologi che fanno capo alla sede piemontese hanno individuato nell’enologo di Santo Stefano Belbo (CN), le qualità adatte a guidare l’organizzazione per i prossimi tre
anni, succedendo al predecessore Giulio Bava, giunto a fine mandato, di cui è stato negli ultimi tre anni il vice.
A Piergiorgio Cane, 49 anni, responsabile della produzione e della qualità dei prodotti delle Cantine Gancia di Canelli, stretto collaboratore della V generazione della famiglia
Vallarino Gancia oggi al timone dell’azienda, si deve la realizzazione di alcuni fra i più recenti e innovativi prodotti della storica casa spumantiera, come Modonovo, un Asti dalla
ricetta esclusiva, Camillo Gancia Asti DOCG Metodo Classico, e il recentissimo Carlo Gancia Rosè Integral Metodo Classico.
Oltre alla vicepresidenza della delegazione piemontese di Assoenologi, Piergiorgio Cane ha ricoperti diversi ruoli istituzionali: rappresenta l’Azienda Gancia Spa per gli accordi regionali
sulle uve Moscato; è Consigliere del Consorzio dell’Asti Spumante da oltre 10 anni; delegato alla ricerca e innovazione all’interno del Gruppo Vini dell’Unione Industriale di Asti.

Al dott. Cane abbiamo rivolto qualche domanda:

P.G.: La sezione Piemonte con 600 iscritti come si colloca nell’ambito dell’Associazione: si tratta della sezione più importante con il maggior numero di iscritti . Il suo programma
di lavoro per il prossimo triennio?

Dott.C.: “Sicuramente sarà mia volontà consolidare sempre di più il rapporto tra i colleghi su argomenti enologici e tematiche di attualità , tenendo sempre
presente di rappresentare chi opera in vigna , in laboratorio , in cantina e sul mercato . I diversi temi saranno discussi in
Consiglio con i colleghi e faranno anche riferimento a
tematiche viste a livello nazionale . I principali punti toccheranno il lavoro quotidiano che porta ad ottenere quei vini e spumanti che fanno conoscere il nostro territorio nel mondo.”

P.G.: Dietro ad un buon vino, c’è sempre un buon enologo?
Dott.C.: “Nella maggioranza dei casi c’è sempre un buon enologo.”

P.G.: E dietro ad un vino di successo?
Dott.C.: “Direi di si , anche se non sempre è un protagonista riconosciuto.”

P.G.: E’ possibile che un enologo collabori per diverse aziende dello stesso territorio?
Dott.C.: “Si è possibile e utile per se stesso e per le aziende con cui collabora , deve sempre però avere un gran equilibro e una grande professionalità.”

P.G.: E per zone diverse?
Dott.C.“Si , deve però con molta umiltà approfondire e conoscere bene il territorio su cui sta operando.”

P.G.: Lei si definisce tradizionalista od innovatore?
Dott.C.: “Se l’innovazione è mirata a cercare sempre il miglioramento sì , ma non deve modificare drasticamente il gusto e la storia del prodotto.”

P.G.: Cosa ne pensa dell’utilizzo dei chips?
Dott.C.: “E’ un falso problema che ci facciamo , un vino scadente non migliora ma peggiora con i chips , un vino ottimo non si otterrà mai con i chips . Sono d’accordo sull’utilizzo
dei chips ” Onesti” solo sui vini da tavola e igt , no ai vini a denominazione di origine.”

P.G.: Sono convinta che i vitigni internazionali sono stati vitigni autoctoni, cosa ne pensa?
Dott.C.: “Nella storia sicuramente sì , nascono da un territorio .Anche oggi un vitigno internazionale si differenzia nei gusti e nei profumi da regione a regione e pertanto si
potrebbe definire un “autoctono”.”

P.G.: Ho letto che lei è stato il primo ad utilizzare la Cromatografia Liquida nei laboratori enologici per la determinazione degli acidi organici. Quale è l’importanza di
questa tecnica?

Dott.C.: “E’ una tecnica sicura in continuo sviluppo , ci permette di conoscere sempre di più la composizione delle uve e dei vini.”

P.G.: Il suo vino preferito?
Dott.C.: “Barolo docg , ritengo che il piacere di bere questo vino sia inimitabile.”

P.G.: Il vino a cui professionalmente è più legato?
Dott.C.: “Il moscato d’ ASTI docg , ci sono nato e vivo nel paese ( Santo Stefano Belbo ) più produttivo per estensione della denominazione . Alla Gancia metodi e prodotti nuovi mi
hanno dato molta soddisfazione e sono sicuro che me ne daranno ancora.”

Per ulteriori informazioni sull’Associazione: http://www.assoeologi.it

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