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Lavoro fino all'ottavo mese della colf in stato di gravidanza

By Redazione

D: Le lavoratrici addette ai servizi domestici e familiari (colf, badanti, assistenti) hanno diritto a lavorare fino all’ottavo mese? Non c’è pericolo di interruzione di gravidanza o
di sicurezza nel lavoro? Quali sono i requisiti contributivi per utilizzare questa maternità flessibile? Come devono essere fatte le domande per fruirne?

R: Il datore di lavoro deve consentire alla lavoratrici addette ai servizi domestici e familiari (colf, badanti, assistenti) di lavorare fino a un mese prima del parto. Il mese in meno viene
recuperato dopo il parto con la formula 1 4, al posto di quella 2 3.

Il datore di lavoro è tenuto ad accettare questa scelta della lavoratrice, ma solo dietro certificato medico (del ginecologo della ASL, o del ginecologo pivato convenzionato con il
servizio pubblico, o del medico competente dell’azienda, i quali confermino che il lavoro durante l’ottavo mese non faccia male alla donna e al bambino) senza il quale deve invece assolutamente
proibire qualsiasi forma di lavoro, pena l’arresto fino a sei mesi.
Per quanto riguarda i requisiti contributivi, con l’uso della maternità flessibile, che bisogna possedere, questi sono: essere in possesso di 52 contributi settimanali nei 24 mesi la
data di inizio del congedo di maternità, oppure 26 contributi settimanali nei 12 mesi precedenti.

Le domande di flessibilità devono essere presentate su carta semplice, oppure compilando lo specifico riquadro contenuto nel modello Mod. Mat, al quale vanno allegate le certificazioni
sanitarie che abbiano come data un giorno non successivo alla fine del settimo mese di gravidanza, certificazioni che devono attestare la compatibilità dell’avanzato stato di gravidanza
con la permanenza al lavoro per tutto l’ottavo mese.
Nel caso che la certificazione abbia una data che va oltre la fine del settimo mese, la flessibilità non può più essere accettata. Resta sempre valida l’ipotesi di una
riduzione della flessibilità (ad esempio: solo 15 giorni e non 30): questo su richiesta della lavoratrice o per un fatto morboso sopravvenuto.

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