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“Magna Lega”. Da Napoli, la pizza contro le ruberie della Lega Nord

“Magna Lega”. Da Napoli, la pizza contro le ruberie della Lega Nord

By Redazione

Napoli si ribella. Per anni, la città partenopea è stata indicata dalla Lega Nord e dai suoi militanti come il pozzo nero dei difetti, dell’illegalità e del malcostume
nazionale. Ora, con l’attuale scandalo che coinvolge il partito dei verdi padani, la città passa al contrattacco.

In prima fila, il pizzaiolo Gino Sorbillo, il cui locale è da tempo caposaldo dell’offensiva antileghista: “Nella mia pizzeria come in altri locali a Napoli i leghisti non sono graditi e
se vogliono mangiare la pizza adesso devono pagare 10 euro in più come rimborso nei confronti dei napoletani”. Sempre da Sorbillo, arriva una pizza dal nome eloquente, Magna Lega, il cui
ricavato verrà usato “Per recuperare i fondi che alcuni esponenti del Carroccio hanno illegalmente sottratto all’Italia ed al Sud”.

La stessa voglia di rivalsa coinvolge un altro classico della cultura locale: così dopo la pizza, la Lega viene bastonata con le statuette del presepe. A spiegare come, il maestro
artigiano Genny Virgilio: “Ho realizzato un pastore con Bossi in ginocchio, perché deve umiliarsi davanti agli italiani ed ai napoletani. Ha tentato di rubarci l’onore e la
dignità ed invece ha dimostrato a tutti di essere uguale se non peggiore degli altri”.

Ma, colore a parte, l’irritazione verso i leghisti ha solide radici economiche. Francesco Emilio Borrelli, commissario regionale dei Verdi Ecologisti, dà dati e cifre: “La vera palla al
piede dell’Italia non sono i meridionali ma i leghisti, la Padania e tutte queste stupidaggini che hanno portato danni per oltre 86 miliardi di euro negli ultimi 10 anni. Solo di quote latte
stiamo pagando 5,1 miliardi euro di multe all’Unione Europea a causa dei leghisti. Per non parlare dei fondi sottratti al Sud, circa 7 miliardi di euro all’anno che hanno depresso ulteriormente
l’ economia del Mezzogiorno e dell’intera Italia; i costi della politica con la realizzazione di nuove microscopiche province e fantomatiche ed inutili sedi distaccate dei Ministeri. Questo,
solo per fare qualche esempio”.

Matteo Clerici

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