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Napoli: Operazione Obelix

Napoli: Operazione Obelix

By Redazione

L’operazione *Obelix* condotta dal Corpo Forestale dello Stato di Napoli, ha messo in luce, con i I sequestro di una azienda di circa 900 ettari gestita direttamente dalla Regione Campania, solo
la punta di un iceberg di malgoverno e malcostume da parte degli enti preposti, anche nel campo della gestione delle foreste, con riflessi notevolissimi sull’ambiente e la salute, ed il tutto con
enorme sperpero di danaro pubblico nel perfetto stile di comitati di affari che ormai i cittadi sono abituatia a vedere.

La sentenza del Tribunale del Riesame, sottolinea Lopa, mette in luce le violazioni di disposizioni a tutela della salute pubblica e della sicurezza commesse da Pubblici Ufficiali la cui colpa
è resa ancora più grave trattandosi di Azienda Pubblica con dotta al di fuori di ogni legalità. La gestione di mandrie di cinghiali, concentrate in alcune zone, al di fuori
dei controlli prescritti con una recinzione dell’azienda che presenta ampi e numero i varchi in un’area “zona rossa”, che in passato è stata oggetto di numerosi focolai di malattia
vescicolare e peste suina, è certamente un atto scellerato ma ancor più la vendita ai privati e la somministrazione al consumo come nel caso dei maiali casertani che dovevano essere
oggetto di una sperimentazione (finanziata con 150.000. euro) e che l’anno successivo sono stati utilizzati per la “notte bianca” ai di fuori della tracciabilità cui sono, giustamente,
soggette le altri carni.

Altro aspetto è la vendita ai privati per scopo alimentare, che in assenza di idonea documentazione sanitaria rientra, addirittura, nel reato di macellazione clandestina. La stessa
dinamica politica, ha concluso Lopa, di FORESTOPOLI con 1.000 assunzioni con voto di scambio con 18 comuni quasi tutti di sinistra che mettevano a disposizione con trattativa privata, al noto
imprenditore salernitano (Liguori) i terreni demaniali gravati, peraltro, da uso civico, e l’imprenditore ne entrava in possesso per 25 anni recintandoli nonostante il vincolo sociale cui i
terreni erano sottoposti e lucrando sugli aiuti comunitari: 100 miliardi di Lire di cui solo 40 recuperate dopo l’intervento dell’Autorità Giudiziaria.

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