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Nucleare, intesa Berlusconi Sarkozy

By Redazione

 

“Un accordo pericoloso e miope. Perché tutti gli studi internazionali mostrano che il nucleare è la fonte energetica più costosa e perché rimane aperta
la questione delle scorie e della sicurezza”. Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente, valuta il protocollo intergovernativo firmato oggi a Roma da Silvio
Berlusconi e Nicolas Sarkozy e i due memorandum siglati da Enel e Edf che coprono tutta la filiera del nucleare e prevedono la costruzione di 4 centrali nucleari di terza generazione in
Italia, la prima operativa dal 2020.

“Il governo procede come un caterpillar per spianare la strada ai suoi progetti, nonostante il disegno di legge del ministro dello Sviluppo economico sia ancora in fase di
discussione e vengano continuamente prorogati i tempi per definire i criteri di localizzazione degli impianti – dice Cogliati Dezza -. Ma lo ‘scenario nucleare’ è una
prospettiva che l’Italia, in piena crisi economica, non può verosimilmente permettersi”.

“Tanto per fare un esempio – prosegue il presidente di Legambiente -, i costi della centrale finlandese di Olkiluoto, l’unico reattore di terza generazione evoluta in
costruzione nel mondo insieme a Flamanville in Francia, sono lievitati quasi del 50%: dai 3,2 miliardi di euro previsti ai 4,5 attuali. Autorizzato nel 2002, il cantiere è
partito nel 2005 e dovrebbe chiudersi nel 2012 con tre anni di ritardo rispetto alle previsioni, se questo termine non slitterà ancora in avanti”.

Dove il kWh da nucleare costa apparentemente poco, infatti, è perché lo Stato si fa carico dei costi per lo smaltimento definitivo delle scorie e per lo smantellamento
delle centrali, come dimostrato dagli studi del Dipartimento Usa dell’energia e dell’agenzia di rating Moody’s. Tant’è che tutti gli scenari – persino
quello dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica – prevedono nei prossimi anni una riduzione del peso dell’atomo nella produzione elettrica mondiale.

“L’Italia è, per di più, lontanissima dagli obiettivi vincolanti fissati dalla Ue per le emissioni di anidride carbonica – conclude Cogliati Dezza – e
dirottando tutte le risorse sull’atomo e sottraendole alle rinnovabili e all’efficienza energetica, che sono di fatto le uniche soluzioni praticabili per ridurre in tempi
brevi le emissioni, non rispetteremmo la scadenza del 2020 e ci ritroveremmo a pagare multe sempre più salate”.

 

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