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Potranno essere i legumi a salvare il pianeta?

Potranno essere i legumi a salvare il pianeta?

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Da tempi ancestrali l’uomo mangia fagioli, fave, piselli, lenticchie, ceci, soia, lupini, arachidi. Prodotti della terra che oggi sono sotto i riflettori mediatici. Ma non solo perché utilizzati da miliardi di persone come dieta alimentare, ma perché il 2016 è stato dichiarato dall’Onu, Anno Internazionale dei legumi. Le Fabacee, o Leguminose, da sempre alla un base dell’alimentazione umana, per gli studiosi dell’Onu potrebbero essere una soluzione concreta alla carenza di elementi nitritivi basilari per una decente alimentazione.

I legumi sono un alimento “strutturato”. Vi si trovano il doppio delle proteine del grano e tre volte quelle del riso; contengono vitamine del gruppo B e sono assenti da glutine; hanno pochi grassi e sono eccellenti per le diete a basso tenore di colesterolo, ma con l’alta quantità di ferro e proteine, sono ideali per combattere l’anemia di donne e bambini. Hanno poco sodio e una discreta quantità di potassio e sono un’eccellente fonte di acido folico (essenziale per la sintesi del Dna, delle proteine e per il funzionamento e la formazione dell’emoglobina). Inoltre, forniscono molta fibra per il nostro apparato digerente.

Sembrerebbero dei toccasana, ma la gente deve essere orientata verso certi consumi, come specialmente, quelli alimentari.

Se a novembre 2015 l’Onu aveva annunciato che il 2016 sarebbe stato l’Anno Internazionale dei legumi, per combattere la fame nel mondo, il 26 maggio 2016, la  Fao, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ha presentato presso la sede del Circo Massimo, a Roma, un volume di ricette proposte da  Ron Pickarski (Stati Uniti), Muñoz Zurita (Messico), Helena Rizzo (Brasile), Abraham García (Spagna), Didem Senol (Turchia), Sanjeev Kapoor (India), Zubaida Tariq (Pakistan), She Zengtai (Cina), Moha Fedal (Marocco), Veronica Jackson (Tanzania), dieci chef internazionali che hanno lavorato su un ingrediente di base: i legumi.

Il libro, “Legumi, semi nutrienti per un futuro sostenibile”, presentato dal direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, è un viaggio di 196 pagine attraverso le cucine e le culture di tutto il mondo. «I legumi possono contribuire in modo significativo ad affrontare la fame, la sicurezza alimentare, la malnutrizione, le sfide ambientali e la salute umana», ha affermato il segretario generale dell’ONU, Ban Ki-moon, nella dichiarazione di saluto alla cerimonia. «I legumi sono importanti coltivazioni per la sicurezza alimentare di una grande percentuale della popolazione mondiale, in particolare in America Latina, in Africa e in Asia, dove sono parte delle diete tradizionali e spesso coltivati dai piccoli agricoltori», ha detto il direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, che alla fine del suo discorso ha consegnato alla scrittrice e food blogger britannica, Jenny Chandler, la nomina di ambasciatrice speciale per l’Europa, per l’Anno Internazionale dei legumi 2016.

José Graziano da Silva e Jenny Chandler
José Graziano da Silva e Jenny Chandler

La Chandler, che tra l’altro è autrice di quattro libri di cucina, di cui uno dedicato solo a ricette coi legumi, entra a far parte del gruppo degli ambasciatori “regionali” già nominati, composto dalla canadese Joyce Boye (per il Nord America), l’indiana Kadambot Siddique (per l’Asia), Elizabeth Mpofu dallo Zimbabwe (per l’Africa) e l’egiziano Mago Habib (Medio Oriente). Ancora da definite le nomine per l’America Latina e i Caraibi.
Il loro compito sarà di adoperarsi nella promozione verso i media, a favore della salute e del beneficio ambientale derivante dalla coltivazione e utilizzo dei legumi.

Secondo le stime della Fao, le centinaia di varietà di legumi conosciute, potrebbero essere una valida alternativa per gli agricoltori che cercano di adattare la loro produzione ai cambiamenti climatici.

Se in cucina è fondamentale l’accoppiata legumi e cereali per ottenere il massimo beneficio da questi alimenti, le nostre mamme e nonne ben lo sapevano, dato che tra le tante ricette proposte, l’esempio fatto per l’Italia è quello della pasta e fagioli, come lo è il kwati per il Nepal, il congee per l’India, o il calentado paisa “comido”, in Colombia.

I legumi sono anche piante “ambientaliste”: zero rifiuti e contribuiscono a rendere più sani e produttivi i terreni agricoli per la loro capacità di trasformare l’azoto presente nell’aria in composto nel terreno. Si calcola che in tutto il mondo siano coltivati circa 190 milioni di ettari a legumi, che trasferiscono nel terreno da 5 a 7 milioni di tonnellate di azoto.

Il libro in formato cartaceo di 190 pagine (21×26 cm), si può acquistare al prezzo di 29.95 dollari (circa 24,5 €) attraverso la Fao e distributori selezionati (e-mail publications-sales@fao.org per gli ordini diretti e informazioni sul commercio al dettaglio); oppure su Amazon o Kindle.

Le lingue di stampa sono inglese, francese e spagnolo, ma si stanno preparando anche versioni in arabo, cinese e russo.

Maurizio Ceccaioni
per Newsfood.com

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