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Restauro in Cina, un business da 900 milioni di euro

By Redazione

Firenze – Quello del restauro è uno dei settori più promettenti per lo sviluppo di relazioni economiche tra Toscana e Cina, il forte e dinamico sviluppo dei centri urbani
sta, infatti, consumando i monumenti e degradando le condizioni di vita dei cittadini cinesi. La classe dirigente sente sempre di più l’esigenza di proteggere l’immenso giacimento di
tradizioni presente sul proprio territorio. Lo testimonia l’elenco – presentato nel 2006 in occasione della Giornata del patrimonio culturale – di 1.080 nuovi monumenti storici e siti
archeologici da preservare, che si aggiungono ai 2.351 già noti. Ne fanno parte tra gli altri la pagoda Longhua di Shanghai, il quartiere delle villette imperiali Zhongnanhai vicino alla
Città proibita di Pechino (abitato dai capi della nomenklatura comunista) ma anche molti templi buddisti tibetani.

Sempre nel 2006, il Ministero dei Beni culturali ha reso nota inoltre una lista di 518 “arti e tradizioni storiche” da inserire nel “patrimonio culturale intangibile dell’umanità” come
definito dall’Unesco. In queste tradizioni poste sotto tutela rientrano la medicina tradizionale cinese e tibetana a base di erbe e di massaggi, la ginnastica Tai-chi, l’agopuntura, varie forme
di arti marziali, le scuole di acrobati Wuqiao, l’Opera di Pechino e di Kunqu, letterature popolari e dialettali incluso l’antico spettacolo del teatro comico di strada tuttora praticato nei
vicoli della città vecchia di Pechino, una sorta di Commedia dell’Arte vernacolare.

Un impegno, quello del Governo cinese, sostenuto dal varo di 30 nuove leggi e dallo stanziamento di 900 milioni di euro (dato 2006). In parallelo il governo ha avviato una mobilitazione
altrettanto imponente di risorse per dotare la Cina di nuovi musei: ne saranno costruiti 1000 entro i prossimi 10 anni, di cui 20 da inaugurare a Pechino entro le Olimpiadi del 2008.

Le imprese toscane del restauro
Nel 2006 in Toscana sono stati affidati 51 appalti per interventi interenti il ‘Restauro di Beni Culturali’ per un valore complessivo di oltre 90milioni e 210mila euro. Sul territorio sono
presenti 50 aziende in possesso dell’attestazione di qualifica SOA (Categoria OS2) necessaria per partecipare agli appalti pubblici di restauro e manutenzione delle superfici decorate e beni
mobili di interesse storico e artistico. Di queste il Consorzio Stabile OBC può partecipare alle gare d’appalto fino a 15milioni e 493mila euro, mentre altre nove possono concorrere per
appalti fino ad un massimo di 2milioni e 580mila euro; nel progetto sono presenti (in neretto quelle che partecipano al progetto): Piacenti Srl, P.T. Color, Società Cooperativa
Archeologia, Decoart, Impresa Cellini, Meridiana Restauri, Poggiolini Restauro.

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