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Taranto, trovate tracce di metalli pesanti nei polmoni e nel fegato dei bovini

Taranto, trovate tracce di metalli pesanti nei polmoni e nel fegato dei bovini

By Redazione

I bovini, allevati nell’area di Taranto presentano in fegato e polmoni depositi rilevanti di metalli pesanti.

Questa la conclusione di una ricerca dell’Università di Bari (sezione Dipartimento di veterinaria) e e dell’Università Federico II di Napoli, diretta da Anna Morelli e pubblicata
su “Folia Histochimica et Cytobiologica”.

Taranto è da tempo nota per le dimensione del polo industriale: il centro siderurgico, una raffineria, un cementificio ed altre industrie, tutte vicine al centro abitato.

Tuttavia, l’interesse dei ricercatori su risvegliato da alcune “Lesioni sospette” trovate su bovini ospiti di alcuni mattatoi. Incuriositi gli esperti elessero i bovini “specie sentinella” per
il rischio ambientale, analizzando 183 bovini, tutti cresciuti nella provincia di Taranto.

Come spiega Anna Morelli, i test veterinari hanno portato a “Risultati, in parte ancora non pubblicati, che fanno riflettere”. Infatti, “Gli animali presentavano lesioni a livello polmonare ed
epatico dovute all’accumulo di metalli pesanti, come carbonio, alluminio, silice, ferro e titanio”; più in dettaglio, ” Sessanta bovini presentavano lesioni marcate dovute a depositi di
metalli pesanti a livello polmonare o linfonodale”.

I ricercatori hanno condotto ulteriori esami per definire la contaminazione.

Ad esempio, le cavie sono state divise in quattro gruppi, creati sulla base della distanza di stanziamento dalla città. E’ allora emersa “La presenza dei metalli pesanti anche in una
vitellino di quattro mesi e mezzo. Oltre a una differenza nei valori riscontrati negli animali allevati nella zona più vicina all’area industriale”.

Gli esperti ritengono così che, mentre negli esemplari giovani le alterazioni non danno luogo ad una patologia vera e propria, in quelli maturi ed anziani le cose cambiano. E come fa
notare Morelli, tali risultati devono essere presi con molta attenzione, perché “Lo studio dei bovini allevati in aree ad alto rischio di inquinamento ambientale può essere utile
per stimare il pericolo di esposizione umana a contaminanti ambientali”.

In ogni caso, il lavoro degli esperti va avanti. Prossimo passo: la scelta di una nuova specie animale, per valutare l’eventuale presenza di metalli pesanti nel suo organismo.

Aggiornamento (29/07/010): Tuttavia, contro eventuali allarmismi arriva una precisazione, firmata dal direttore generale Arpa Giorgio Assennato, dal direttore generale ASL
Domenico Colasanto e dal direttore del dipartimento di prevenzione dell’ASL tarantina, Michele Coversano.

Il comunicato afferma che “L’area di Taranto soffre di una condizione di inquinamento ambientale molto critica, ma quella ricerca non si occupa di metalli pesanti, bensì di alcuni
metalli e di altri elementi non metallici la cui presenza è stata indagata su 183 campioni di linfonodi e polmoni di bovini genericamente definiti come provenienti dall’area di Taranto.

Inoltre, l’articolo pubblicato non può essere considerato in alcun modo un’indagine epidemiologica”.
Secondo la nota, un’indagine di tale tipo avrebbe dovuto selezionare soggetti “sani” e “malati”, ricostruendo così i fattori di rischio. Al contrario su 183 animali solo 51 (28%) hanno
evidenziato tracce evidenti di materiali.

Tuttavia dai risultati si evidenzia “Un modesto contenuto di ferro”. Conclude allora il comunicato: ” Le analisi condotte con la medesima metodica sulle polveri nel quartiere Tamburi hanno
mostrato una presenza di questo metallo, come è ovvio data la contiguità con il più grande stabilimento siderurgico d’Europa”.

Fonte: A. Perillo, O. Paciello, A. Tinelli, A. Morelli, C. Losacco and A. Troncone, “Lesions associated with mineral deposition in the lymph nodes and lungs of cattle: a case-control
study of environmental health hazard”, Folia Histochimica et Cytobiologica Volume 47 Number 4 / 2009, doi:10.2478/v10042-008-0119-z

Matteo Clerici

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