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Tolo Tolo, Spinazzola e Checco Zalone

Tolo Tolo, Spinazzola e Checco Zalone

By Giuseppe

Riceviamo da Cosimo Forina un articolo che parla di Spinazzola e di come potrebbe cambiare per merito (o colpa) di un film di successo di questi giorni. E’ anche la fotografia di un territorio martoriato, come lo è ormai l’Italia tutta. Non osanna il Checco Zalone ma nemmeno lo condanna per il suo successo sulle spalle di chi è vittima di un sistema che sta spazzando via i valori della gente che lavora, della gente che subisce soprusi tutti i giorni, proprio da coloro che sono preposti a curarne i diritti… ma non ha il coraggio di ribellarsi…
Lo pubblichiamo integralmente, ovviamente a firma dell’autore.
Giuseppe Danielli
Direttore e Fondatore
Newsfood.com

Altro che Tolo Tolo se fosse stato per Vendola a Spinazzola Colo Colo

di Cosimo Forina
Luca Medici, in “arte” Checco Zalone, in  Tolo Tolo ha usato Spinazzola come luogo per identificare il Sud di chi sogna e vede naufragare ogni aspettativa. I milioni di spettatori paganti adesso si affrettano a cercare su Google la cittadina e la scoprono terra di confine tra la Puglia e la Basilicata, nell’area murgiana.
Grasso che cola per Spinazzola, quanta sorpresa per tutta questa pubblicità inaspettata: così dicono nel buco di paese di 6.500 abitanti in cui a non arrestarsi è la fuga di giovani e famiglie.
Il tema dell’immigrazione, scelto da Medici, nella grande operazione di marketing più che cinematografica, ha ovviamente diviso in due le opinioni tra sovranisti e buonisti, ma il Checco nazionale, a cui non frega niente di tutto questo, continua a girare la manovella del suo calcolatore aggiungendo ai numeri record tra condivisioni e commenti, tra like e milioni di euro, altri incassi al botteghino.
A Spinazzola, intanto – dove con indifferenza si parla delle riprese del  Pinocchio di Garrone nel territorio – adesso ci si aspetta di veder arrivare frotte di turisti alla ricerca della salciccia a punta di coltello che ha distrutto sul nascere, come racconta il film, un ristorante sushi messo in piedi dal protagonista.
Una riproposizione, se vogliamo, del  Focaccia Blues di Nico Cirasola: lì si parlava di un fatto realmente accaduto, una focacceria metteva in crisi fino a farlo chiudere il Mc Donald’s nella città di Altamura.
In  Tolo Tolo le parti, come dire, si invertono ed è il Cozzalone sognatore a darsi alla partenza precipitosa per non finire nella morsa dei creditori e dello Stato che reclama il pagamento delle tasse strozzando con sanzioni e interessi. Il Cozzalone, rifugiandosi in Africa, lascia quanti avevano dato credito al suo “sogno” imprenditoriale inguaiandoli.
E qui il racconto di Medici si fa Odissea, tra povertà e sangue versato dal terrorismo, delle migliaia di persone che provando a raggiungere l’altra sponda del Mediterraneo finiscono, quando sopravvivono al deserto, nei lager libici e sovente nella tomba comune del mare senza raggiungere la meta.
In  Tolo Tolo si passa dal dispensare carezze ad una umanità dolente allo schiaffo verso la società opulenta e non è difficile identificare chi oggi governa l’Italietta basando il suo successo alimentando odio.
Già, però, chi cerca Spinazzola in rete non può non ritrovare gli articoli che danno notizia della rivolta nel settembre del 2016 contro 49 immigrati africani assegnati dalla Prefettura ad un centro di accoglienza in città. Non si può non trovare notizia del rifiuto da parte dell’amministrazione Comunale di accogliere non più di cento persone nei tre centri sorti in risposta alla diaspora forzata. Poi tutto rientrato, è vero, perché a bilanciare il rifiuto del diverso ci si è messa l’altra parte del paese non offuscata nella mente dal pregiudizio.
Quindi del tutto inconsapevolmente, “forse”, Medici ha fatto un ritratto fedele anche di questa contraddizione di Spinazzola che ha scelto come luogo nel quale ambientare inizio e fine del suo film.
Ma quello che più colpisce del suo lavoro è quel “cammeo”, così lo hanno definito, di Nicola Vendola detto Nichi, ex governatore della Regione Puglia. Ecco in un film che pubblicizza Spinazzola arriva come protagonista proprio chi voleva condannarla all’oblio. Anche in questo caso non sappiamo fino in fondo se Medici sia consapevole o se la realtà davvero sia più forte della finzione.
Fa un Cammeo nel film proprio colui il quale ha tentato nei suoi dieci anni di mandato di far realizzare in località Grottelline – dove sono state girate le riprese del Pinocchio di Garrone, lo ricordiamo – una mega discarica ed impianti a gestione Cogeam-Tradeco con protagonista l’ex ras dei rifiuti in Puglia Carlo Dante Columella (nel 2018 fallito con la sua società 70 milioni di debiti) e una discarica quella de “Le Lamie” di Altamura che sputa percolato nei campi, insieme al gruppo Marcegaglia e Antonio Albanese che oggi detengono il mercato della monnezza nella regione.
Insomma, dove Vendola, oggi attore di un film che vuole essere comico, voleva farla fare questa discarica?
Proprio in un sito di valenza monumentale, paesaggistica, con testimonianze del neolitico, una chiesa rupestre bizantina, una masseria dei Templari e una del XVI secolo.
L’attore Vendola voleva la discarica proprio tra Spinazzola e Poggiorsini sotto cui c’è il bacino idrico da cui si preleva l’acqua per imbottigliarla. L’acqua che bevete anche voi e il caro Medici se viene in Puglia a festeggiare coi suoi milioncini.
E allora non sai se il caro Medici nella sua macchina trita tutto stia veramente dando una opportunità a Spinazzola oppure, consapevolmente o meno, la stia sberleffando fottendosene della sua storia recente.
Adesso non si sa se l’attesa dello sviluppo del cineturismo che deriverà dal suo film non sia contrappasso al fiele di chi ha dovuto inghiottire il veleno ben più mortale di quelli che stavano agendo per darle una identità associata alla monezza.
Altro che  Tolo Tolo:   Colo Colo, avrebbero detto i fiumi delle discariche inquinando anche la Murgia.
Ma veniteci a Spinazzola perché l’unica cosa vera, nella finzione del film, è la bontà della salsiccia a punta di coltello, almeno finché non si trasforma tutto in discarica, approfittatene.
Gli spinazzolesi intanto, che hanno capito bene come funziona il marketing, hanno lanciato via social l’idea di dare la cittadinanza onoraria a Luca Medici. Speriamo che il Cozzalone, giullare macchina di soldi, fiuti il fetore di marcio, se è così intelligente e sognatore: speriamo davvero sia così furbo da rifiutarla questa spiga d’oro.
Cosimo Forina
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