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Una ricerca disegnerà il volto dell'attività mafiosa in Toscana

By Redazione

Firenze – Che faccia ha la criminalità organizzata in Toscana, dove si concentra, come e che tipo di reati compie, sono le domande a cui risponderà una ricerca
mirata che la Regione Toscana ha affidato ad «Avviso Pubblico», associazione di enti locali e regionali per la formazione civile contro le mafie.

La ricerca servirà a raccogliere dati oggettivi di carattere giuridico istituzionale utili a disegnare un quadro storico dagli anni 60 ad oggi sulla presenza di criminalità
organizzata di tipo mafioso in Toscana. E darà una risposta concreta al bisogno che hanno gli enti locali, ma anche le associazioni e le scuole, di conoscere in modo corretto il fenomeno
mafioso. La raccolta di materiali e poi l’elaborazione dureranno più di un anno perché si tratterà di studiare non solo gli atti giudiziari dei tribunali toscani ma quelli
di tutta Italia, come ha spiegato il coordinatore nazionale di Avviso Pubblico, Pierpaolo Romani.

L’iniziativa è stata presentata stamani, insieme a molte altre, a Palazzo Bastogi dal vicepresidente della Regione nell’ambito della riunione del Tavolo della legalità e della
sicurezza istituto qualche mese fa al quale, tra gli altri, hanno partecipato il prefetto di Firenze Andrea De Martino e il già procuratore nazionale antimafia Piero Luigi Vigna. Molte
le novità emerse dall’incontro. Perché il tavolo, come ha avuto modo di sottolineare il vicepresidente, oltre che aprire e alimentare il confronto sui temi della legalità e
della lotta alla violenza, ha lo scopo di mettere in piedi azioni e progetti capaci di dare concretezza alle idee importanti che lo ispirano. Sono state innanzitutto illustrate le iniziative
legate all’anniversario della strage i via de’ Georgofili (il 26 maggio prossimo) che la Regione presenterà con la collaborazione dell’associazione vittime di via de’ Georgofili e che
quest’anno si concentreranno sul teatro. In tre licei fiorentini saranno rappresentate tre «pillole» teatrali ispirate alla strage di stampo mafioso avvenuta a Firenze il 27 maggio
del 1993. Un monologo dell’attrice Giulia Weber che all’epoca abitava in via Lambertesca tratterà il tema dal punto di vista delle vittime; un altro monologo del giovane artista
fiorentino Saverio Tommasi traccerà la storia della vicenda. La terza piece sarà un brano della compagnia Residui di Teatro dal titolo «Laura C.», il nome della nave
su cui, in base a uno spunto di indagine, viaggiava il tritolo che l’ndrangheta avrebbe comprato e poi rivenduto a Cosa Nostra per compiere l’attentato. Sul versante della violenza,
l’associazione Artemisia di Firenze ( www.artemisiacentroantiviolenza.it ) stamani ha presentato il progetto che la
Regione ha sostenuto con un contributo di 30mila euro e con il quale ha partecipato al bando nazionale a favore di interventi a rete contro la violenza intrafamiliare su donne e bambini. Si
tratta di un approccio integrato che al momento di prendere in considerazione una donna vittima di maltrattamenti o di violenze, tiene conto anche dei figli che, in tutti i casi e comunque, in
situazioni del genere subiscono traumi. A questo si aggiunge la costituzione di gruppi di lavoro capaci di creare una collaborazione tra forze dell’ordine, magistratura, servizi sociali e mondo
della scuola in grado di affrontare il problema in modo armonico.

Alla fine dei lavori della mattinata, due le richieste emerse: la realizzazione di un focus di approfondimento sul tema immigrazione e sicurezza sollecitato dallo stesso prefetto e uno sui
campi di lavoro nelle terre confiscate alla mafia che già tanto successo hanno raccolto fra i giovani, gli studenti, gli operatori. Si pensi che ad oggi sono 365 gli iscritti ai prossimi
campi, e 302 sono giovani tra i 16 e i 29 anni con la percentuale in aumento di under 18 e un’alta presenza di ragazze (il 73 per cento). Il Tavolo ha annunciato che aderirà alla
Giornata della memoria e dell’impegno promossa da Avviso Pubblico e dall’associaizone Libera il 15 marzo a Bari.

Chiara Bini

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