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Dario Dongo: GIFT è Marketing e non solo, per export agroalimentare Made in Italy nel mondo

Dario Dongo: GIFT è Marketing e non solo, per export agroalimentare Made in Italy nel mondo

By Giuseppe

Dario Dongo
Dario Dongo

(intervista esclusiva di Newsfood.com)

 

 

Dario Dongo, lei è  esperto in diritto alimentare, avvocato e giornalista, è co-fondatore de “Il Fatto Alimentare” e reduce da
10 anni in Federalimentare, tra Roma e Bruxelles… dove l’ha portata questa sua passione professionale per il mondo dell’agroalimentare?

Dario Dongo:-“Da anni si dibatte sul fenomeno del cosiddetto Italian sounding, cibi e bevande, presentati come ‘Made in Italy’, con nomi, immagini e simboli suggestivi, ma che in realtà di italiano hanno ben poco. Sono solo “tarocchi” prodotti in paesi diversi dal nostro. Spesso è pura contraffazione ma si tratta anche di fenomeni leciti, da attribuirsi a discendenti di emigrati italiani del secolo scorso: polemiche e denunce sono inutili.

Conviene di più invece,  prendere atto delle concrete opportunità di valorizzare i nostri prodotti, autenticamente italiani, e trovare il modo migliore per esportarli nei cinque continenti.”

Facile dirlo ma le imprese italiane, piccole e grandi,  come possono affrontare e risolvere il problema, con le loro singole forze e con una notevole difficoltà a “fare squadra” ? 


DD: “Anzitutto, è necessario fare conoscere, agli operatori economici e ai consumatori, quali sono i prodotti agroalimentari italiani. Ma lo dobbiamo fare rispettando le loro tradizioni e le loro culture.
Spiegare le tradizioni e i legami del nostro cibo con i nostri territori, le modalità produttive e di consumo, come distinguere il vero ‘Made in Italy’ dai tanti e troppi falsi. Occorre quindi un’efficace opera di divulgazione culturale che enti pubblici come l’ICE e la diplomazia non sono mai stati in grado di realizzare, a differenza di altri paesi come la Francia.
La nostra bella Italia non ha una storia imperialistica come altri Stati europei che ora traggono nuova linfa e occasioni di lavoro dalle ex-colonie (come la Spagna in America Latina, il Portogallo in Brasile e Angola, la Francia in metà Africa, il Regno Unito nell’altra metà oltreché in India etc.). Siamo un piccolo Paese che rappresenta meno dell’1% della popolazione mondiale.
Il fenomeno 

Eataly è la più facile scusa alla pigrizia, di imprenditori e manager i quali si raccontano che l’esposizione di alcune loro referenze in una dozzina di negozi italiani d’elite aprirà chissà quali strade.
La vendita di prodotti “artigianali” di qualche azienda è vista come leggenda, amplificata dal vate Oscar Farinetti, onnipresente ormai ogni giorno su tv, giornali e web…in Italia. 
Paragonata ai grandi numeri, si tratta però di operazioni marginali, micro, e l’unico marchio che semmai ne trarrà vantaggio sarà quello di Eataly, legato alla c.d. shopping experience.”

Ed allora, cosa dovrebbe fare un imprenditore intenzionato (obbligato) a trovare nuovi sbocchi all’estero per far sopravvivere la propria azienda, qui in Italia?

DD: “Affrontare il problema con più metodo e utilizzare al meglio i nuovi strumenti di comunicazione e promozione per penetrare nel mercato interessato. Non basta avere un sito internet, anche perché i siti web delle imprese nostrane, quasi mai offrono notizie in idiomi diversi dall’italiano e dall’inglese e sono introvabili attraverso la  ricerca per parole chiave, come ad esempio “Italian pasta” o “pasta producers”.

E’ indispensabile stimolare interesse a una macro-domanda, potenzialmente immensa, rivolgendosi ai protagonisti della nuova economia mondiale, a partire dalla Cina. A seguire la Russia, il Brasile e l’America latina, l’India i Paesi del Golfo Persico.
La lingua inglese non basta; è  irrilevante per la quasi totalità degli interlocutori nei Paesi protagonisti della economia emergente, i cui enormi numeri ben meritano qualche traduzione professionale.
Il consumatore-target in uno qualsiasi di questi Paesi non sa riconoscere nessun marchio alimentare italiano o quasi (…al di là di Nutella e Barilla, ma non dappertutto) e ha una idea molto vaga, del cibo italiano se non frequentando i ristoranti italiani all’estero (è come se noi, dopo essere stati a mangiare in un “ristorante giapponese” in Italia (quasi tutti gestiti da cinesi) fossimo certi di saper riconoscere, acquistare con competenza e consumare i veri prodotti giapponesi.
Alcuni esempio: pizza, gelato, Parmesan, per le popolazioni di molti Paesi sono considerati come originari degli USA.”

Ci vuole illustrare il suo progetto GIFT?

Logo Gift
Logo Gift

DD-“GIFT – Great Italian Food Trade – è un progetto di internazionalizzazione dell’esperienza italiana che ruota attorno alla produzione di alimenti e bevande e nasce nel 2012 da un’idea frutto delle varie esperienze acquisite  come avvocato e giornalista appassionato di diritto alimentare e internazionale, e da 10 anni passati in Federalimentare, tra Roma e Bruxelles.
Il concetto alla base di GIFT è semplice, e si ispira al modello veneziano: si parte dalla Cultura, non disponendo di strutture logistiche all’altezza dell’opera e neppure di strumenti di comunicazione di massa idonei.
Promuovere il sapere a livello globale della miglior produzione agro-alimentare italiana, affinché alla conoscenza possano seguire gli aspetti commerciali: le forniture di merci e servizi.
Attenzione però: nella tradizione del marketing, italiano e non solo, il ‘migliore’ tende a coincidere con il più curato o il più costoso, se non anche il più pubblicizzato.
Per alcuni come Carlin Petrini, ‘migliore’ è la produzione minuscola e remota, profondamente ancorata alle tradizioni locali ma non disdegna di andare a braccetto con il gruppo Barilla e la sua Fondazione.

Per GIFT e la sua squadra, è migliore il frutto di ogni attività rispettosa dell’ambiente e del territorio, del benessere di chi lavora e chi vive nelle comunità variamente legate alle produzioni, ‘from the farm to the fork’.
Con un’attualità che non trascura i luoghi sia pur lontani di approvvigionamento delle materie prime, e un ideale orientato verso la lotta alle diseguaglianze, la qualità della vita di chi esiste e chi seguirà.
GIFT si rivolge a enti  e imprese italiani che operano nel settore alimentare, dalla produzione agricola primaria ai macchinari, gli utensili, i materiali di confezionamento – effettivamente motivati a fare conoscere nel mondo le proprie prerogative e i propri marchi, nonché a imprese ed enti internazionali interessati alla conoscenza e all’acquisto di alimenti, bevande e servizi correlati.
GIFT è consulenza a 360° su ogni attività rivolta all’internazionalizzazione, compresi servizi di tutela internazionale dei diritti di proprietà intellettuale e industriale, ricerche di mercato e intermediazione, certificazioni e autorizzazioni, comunicazione e ‘media relations’, assistenza legale e amministrativa nei 5 continenti.”

 

In sintesi quali sono i valori principali che GIFT può ostentare con orgoglio?

DD-“I Valori che ispirano il progetto GIFT possono essere sintetizzati da quattro punti cardine:
Cultura: Gift promuove il modello enogastronomico italiano e i prodotti effettivamente realizzati in Italia, per contribuire all’apporto di Valore al Lavoro, al PIL e al BES.

Sostenibilità: crediamo in una qualità durevole, in grado di produrre valore in Italia e rinnovarsi nelle generazioni a seguire, in armonia con il territorio, l’ambiente, i lavoratori e la società. Il cibo è un dono, GIFT appunto, e per essere tale dev’essere sostenibile oltrechè buono e sicuro, anche dal punto di vista nutrizionale,
Professionalità: Gift aiuta i propri clienti ad avere visibilità, a sviluppare il proprio business e a raggiungere gli obiettivi concordati,
Integrità: dialoghiamo in modo trasparente e continuativo – con i clienti, gli operatori e i consumatori – senza rinunciare a un’informazione indipendente e propositiva.”
Made in Italy

Avvocato Dongo, prima ha accennato ai nuovi strumenti di comunicazione, strumenti che sono indubbiamente protagonisti di questo cambiamento epocale in corso, forse più della scoperta della stampa a caratteri mobili da parte di Gutenberg nel 1456 anche se in Cina esisteva già da 400 anni. Quanto è importante oggi Internet?

DD- “Internet è una vera rivoluzione – in continua evoluzione esponenziale-, per questo va affrontato mettendo in atto le tecniche strumentali e di gestione  che pochi professionisti sono in grado di dare. Essere presenti su Internet non basta, bisogna apparire entro la seconda, massimo terza pagina dei risultati di ricerca.
Bisogna allora intercettare le richieste di informazioni più ricorrenti sulle categorie di prodotti o servizi di interesse, nelle diverse lingue, e fare in modo che le notizie relative alle proprie attività e i propri marchi siano visibili ai primi posti.
Il progetto editoriale GIFT è concepito  per consentire ai propri inserzionisti di apparire 
in bella vista sui milioni di vetrine dei pc, tablet e smartphone degli utenti globali – professionali e non – che cerchino informazioni e/o fornitori selezionati sul migliore ‘Made in Italy’ disponibile. GIFT consente ai propri inserzionisti di venire trovati, e agli utenti in cerca di vero ‘Made in Italy’ alimentare, di reperire notizie e contatti: grazie a una tecnologia di indicizzazione sui motori di ricerca (c.d. SEO, Search Engine Organization) unica al mondo, e a una redazione madrelingua operativa in 7 idiomi (cinese, russo, arabo, spagnolo, inglese e francese, oltre all’italiano) che ogni giorno immette nuove notizie, e alle attività sui social media internazionali. Il portale  http://www.greatitalianfoodtrade.com è una vetrina interattiva in continuo divenire, un ‘matching point’ virtuale e reale ove realtà produttive italiane possono entrare in contatto con gli operatori di tutto il mondo, e viceversa.

 

 Oltre la vetrina nel web, quali sono gli altri servizi che GIFT è in grado di dare ai propri clienti?

DD- “Il progetto GIFT ha aggregato un gruppo di professionisti di consolidata esperienza internazionale per offrire alle aziende clienti, grandi e piccole, una varietà di servizi in genere riservate ai grandi gruppi industriali. Sono servizi che ognuno può adattarsi secondo le proprie necessità:
– Marketing Strategico: definizione posizionamento e Customer Value Proposition, Branding Strategy e mappa- tura aree di forza, team assessment,
– Marketing Operativo: preparazione brief, piani marketing e materiali,
– Normativa ed etichette, relazioni e lobbying: consulenza legale sui requisiti vigenti nei diversi Paesi, costruzione verifica e revisione etichette, autorizzazioni e licenze, relazioni con le autorità e i media,
– Comunicazione: dalla progettazione di campagne di comunicazione integrate all’esecuzione su tutti i mezzi, classici e digitali. Web production, produzioni video, cataloghi e brochures, con possibili geolocalizzazioni ‘adhoc’,
– Formazione: preparazione del personale sui temi di cui sopra, sia con modalità d’aula che con strumenti tecnologici (webminar, schede didattiche etc,),
– Ufficio Stampa: preparazione comunicati, gestione relazione media classici e digitali, in Italia e all’estero,
– Mercati: ricerche di mercato ad alta profilazione, organizzazione incontri B2B, brokeraggio,
– Eventi e Fiere: esposizioni ai più importanti eventi internazionali dedicati al ‘Food&Beverage’, all’interno di spazi collettivi organizzati da GIFT o attraverso attività di vendita mirata.
Il WinExpo di Yanquing (Bejing), dal 29 al 31 luglio 2014, è il nostro prossimo evento a calendario.

Wine Expo

Il cibo italiano è sempre più apprezzato nel mondo ma è difficile orientarsi su un’offerta estremamente ampia e frammentata per selezionare i prodotti, i servizi e i marchi più adatti ai diversi Paesi, canali e destinatari.
Proprio per questo ogni giorno importatori e buyers di vari Paesi si rivolgono a GIFT, raccogliendo indicazioni su come e dove orientare le loro scelte, oltre ai nomi e i listini di fornitori italiani affidabili.”

Intervista di Giuseppe Danielli
Direttore e Fondatore Newsfood.com

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