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Chiaretto e Rosè: I vini del terzo millennio

Chiaretto e Rosè: I vini del terzo millennio

By Redazione

Chiaretti, rosati e rosè sono veramente i vini del terzo millennio e rappresentano ormai a pieno titolo la terza grande variante non solo cromatica del mercato enoico, accostata senza
alcun complesso di inferiorità a rosso e bianco. Questo il messaggio lanciato ad Italia in Rosa da Roque Pertusa, presidente del presidente del Conseil Interprofessionnel des Vins
de Provence, ovvero della zona che rappresenta l’area leader a livello mondiale per la produzione di rosè.

Un’affermazione alla quale ha fatto da ideale contrappunto il “boom” della quinta edizione della rassegna di Moniga del Garda, che ha ospitato oltre 3000 visitatori nel weekend a cavallo tra l’1
e il 3 giugno, concludendosi positivamente il 4 con la giornata dedicata esclusivamente agli operatori professionali.

“I risultati entusiasmanti di questa manifestazione premiano pienamente i nostri sforzi organizzativi, concretizzati in una congiuntura non facile dal punto di vista economico- ha detto Luigi
Alberti, presidente di Italia in Rosa-. Abbiamo avuto conferma, in questa quinta edizione, del valore di un’iniziativa che garantisce un livello qualitativo sempre più elevato. Da questo
successo si può ora partire per costruire un sistema enogastronomico unico del lago di Garda, perché attraverso una sinergia efficace tra il mondo delle produzioni tipiche ed il
turismo si può rilanciare una politica economica forte e ricca di nuove opportunità per il nostro territorio”.

Il successo della manifestazione di Moniga, visitata nella serata di domenica anche dall’assessore al turismo di Regione Lombardia Margherita Peroni, è specchio di un trend che, negli
ultimi otto anni, ha visto il consumo di rosati aumentare del 13% a livello mondiale: oggi i rosè valgono il 10% della produzione globale di vini fermi, e a questa crescita contribuisce
anche la “nicchia” dei Chiaretti della Valtènesi, passati in soli cinque anni da 470mila a 1,37 milioni di bottiglie.

“Non ci stiamo muovendo casualmente alla ricerca di un successo di breve periodo – ha detto il presidente del Consorzio Valtènesi-Garda Classico, Sante Bonomo -. Alla base di quanto
abbiamo realizzato c’è un progetto preciso, partito con la ricerca sul vitigno autoctono Groppello e da un’indagine di mercato, e questo ha prodotto forti cambiamenti. Il successo di
questa edizione di Italia in Rosa dimostra che quando un territorio riscopre e interpreta la propria vocazionalità, viene premiato anche dal mercato”.

Redazione Newsfood.com+WebTv

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