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Controlli sulle importazioni ad alto rischio nella UE: quali strade?

By Redazione

Stabilire una lista di mangimi e prodotti alimentari di origine non animale ad alto rischio (“high-risk” non-POAO) da sottoporre ad un livello maggiore di controlli, predisporre una
documentazione standard per facilitare la notifica delle importazioni di questo tipo di prodotti, definire i punti in cui i controlli per questi prodotti devono essere previsti e introdurre
tariffe per tali controlli.
Queste sono le principali proposte della Commissione Europea contenute nel documento di consultazione sui principi stabiliti dal Regolamento CE 882/2004 per i controlli ufficiali sui mangimi e
sui prodotti alimentari di origine non animale ad alto rischio (non-POAO), importati nella Comunità. Il Regolamento CE 882/2004, infatti, stabiliva già una struttura per i
controlli ufficiali sui non-POAO che rappresentano un rischio noto ed emergente a livello di sanità pubblica. Esso richiedeva già agli importatori di informare, a livello
preliminare, le autorità competenti dell’arrivo di partite di questi prodotti nella UE e di presentarli ai punti specifici, indicati per effettuare i controlli necessari. Questo
regolamento prevedeva anche la possibilità di introdurre tasse per questi controlli e di individuare la lista dei non-POAO ad alto rischio. Ora la FSA britannica richiede il parere delle
parti interessate sull’argomento, secondo una procedura tipica del Regno Unito ma poco utilizzata in Italia nel settore alimentare.
In particolare il documento di consultazione della FSA contiene la proposta di una lista di prodotti che rappresentano un rischio emergente per la salute e alcuni dettagli sulla frequenza e
sulla natura dei controlli che devono essere fatti su tali prodotti. Esso contiene anche la documentazione standard per la notifica preventiva, alcune indicazioni sui punti di entrata per i
controlli di questi prodotti e indicazioni sulle tasse minime da imporre per questi controlli, in modo però che sia coperti totalmente tutti i costi che ricadono sulle autorità
competenti. La FSA ha incluso anche una valutazione di impatto regolatorio e finanziario parziale (RIA), con lo scopo di valutare e registrare i costi ed i benefici probabili per le
autorità di controllo, per i commercianti e per i consumatori, potenzialmente derivanti dalle nuove misure proposte.

** L’approccio della Commissione può essere condiviso o meno, ma avrà un impatto significativo sul commercio internazionale di alimenti. Dunque, sarebbe utile per le parti
interessate approfondire la questione sfruttando l’opportunità offerta dalla FSA britannica.

http://www.sicurezzadeglialimenti.it

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