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Isole minori, l'attenzione non diventi assistenzialismo

By Redazione

Portoferraio (LI) – Le piccole isole meritano attenzione, ma l’attenzione non può diventare assistenzialismo: lavoriamo semmai insieme, lo ha chiarito il presidente della
Toscana Claudio Martini concludendo nel pomeriggio la prima conferenza europea delle isole minori, iniziata ieri a Portoferraio sull’isola dElba.

«Le rivendicazioni delle isole, che rappresentano spesso realtà molto diverse tra loro ma che sono per lo più giuste e comprensibili – ha chiarito a margine del convegno
Martini, incontrando i giornalisti – devono diventare occasione di collaborazione. E’ necessario che ci sia una corrispondenza biunivoca: serve l’impegno dell’Europa, dove la politica e la
sensibilità già dimostrata dalla Commissione devono ora tradursi in strumenti concreti, serve l’impegno dei governi nazionali, serve l’impegno delle Regioni ma è necessario
che anche le isole si impegnino per risolvere i loro problemi. Avanzando proposte, ad esempio. E con un maggior senso di appartenenza, a volta, al resto della regione». La questione dello
smaltimento dei rifiuti sull’Elba o dello sviluppo urbanistico dell’isola, che ha la necessità di un’unica cabina di regia, sono due esempi tra i tanti possibili a cui la ricetta
andrebbe applicata.

Anche perché, prosegue Martini, le isole (come la montagna) hanno indiscutibili problemi, dall’accesso ad internet ai trasporti, ma sulle isole la qualità delle vita
complessivamente non è bassa e in tanti vorrebbero magari vivere a Capri o all’isola d’Elba, anziché a Firenze o in una grande città.
Il presidente Martini annuncia dall’Elba un prossimo incontro, forse in autunno, tra la giunta e l’intero sistema istituzionale e economico dell’Elba e dell’arcipelago, per scrivere insieme una
nuova carta degli impegni e delle cose da fare, ognuno per quello che gli compete.

Poi parla del Dupim cancellato, ovvero di quei 20 milioni di euro che il Parlamento a gennaio aveva stanziato per le isole minori e che il governo ha annunciato di aver tagliato. «Lo
leggiamo sui giornali, – dice – anche perché finora non c’è stato alcun incontro con il governo. La prospettiva è comunque preoccupante. Si taglia la cultura, si tagliano i
fondi per lo sviluppo delle isole minori. Se la riduzione dell’Ici ed altri sgravi si devono finanziare così, non mi sembra di grande aiuto per il paese. E’ solo un modo per spostare i
‘buchi’ da una parte all’altra, creando peraltro un clima di grande incertezza. Quei soldi erano stati il frutto di una lunga trattativa con il precedente governo».
«Occorre che non salti un canale di dialogo e di discussione – avverte – Ho parlato con il ministro Bondi e mi ha assicurato che si sta impegnando perché tagli sulla cultura non ce
ne siano. Ne prendo atto e aspetto».

L’ultima questione riguarda la proposta di fare delle isole un ponte nel Mediterraneo, per accorciare le distanze e risolvere insieme problemi comuni, dall’ambiente all’immigrazione. Durante la
mattina ne aveva parlato una professoressa tunisina e il presidente della rete ellenica delle isole minori.
«La potenzialità esiste, – risponde Martini, parlando in questo caso da presidente della Conferenza delle regioni periferiche marittime d’Europa – ma le isole non possono riuscire
nell’obiettivo da sole. Serve una politica globale, nazionale e europea, che faccia tesoro di questa loro sensibilità». Altrimenti rischia di rimanere solo una bella utopia

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