L’economia italiana è al 76° posto dell’Index of Economic Freedom 2009
14 Gennaio 2009
L’economia italiana è libera al 61,4 per cento, il che pone il nostro Paese al 76° posto nella classifica mondiale della libertà economica dell’Index of
Economic Freedom 2009. Il punteggio complessivo dell’Italia è più basso dello 0,2 per cento rispetto al dato dell’anno scorso, in quanto i leggeri
miglioramenti registrati in quattro settori sono stati compensati dal peggioramento per quanto riguarda la libertà dallo Stato e la libertà del lavoro. L’Italia
occupa il 32º posto (su 43 Paesi) in Europa e ha un punteggio appena superiore alla media mondiale.
“Un dato quello presentato dalla Heritage Foundation e dal Wall Street Journal che fa riflettere in quanto ci pone in una posizione decisamente critica, visto che al di sotto
del 60% viene individuata la categoria del paesi “poco liberi” e che necessita di un rimedio efficace e tempestivo – è quanto afferma Giuseppe Lupoi, Presidente
del Colap.
In particolare, nella classifica l’indice di libertà del lavoro in Italia è pari al 61,3 per cento in netta picchiata rispetto allo scorso anno in cui si attestava
al 74,5 per cento. La relativa rigidità delle normative sul lavoro ostacolano l’occupazione e la crescita della produttività. I costi non salariali di un lavoratore
dipendente sono decisamente elevati. Le normative sull’orario di lavoro sono relativamente rigide.
“Riformare le professioni e riconoscere le associazioni professionali non regolamentate è certamente uno strumento fondamentale per superare questa fase di stallo economica
che ci troviamo ad affrontare. Le associazioni professionali infatti rappresentano un ampio bacino occupazionale per i giovani e costituiscono una risorsa economica fondamentale dello
Stato, produttrice del 20 per cento del Pil nazionale”
“E’ necessario che il governo prenda seriamente in considerazione il problema – conclude Lupoi – e realizzi quei processi di ammodernamento necessari e che possono
garantire davvero al sistema una spinta verso l’innovazione, la competitività e la crescita economica”
